Un viaggio profondo attraverso le opere più intime di colui che per Termoli è stato una sorta di Caravaggio della fotografia: non poteva che chiamarsi Luce la mostra, inaugurata ieri 8 dicembre nella casa museo Stephanus di Termoli, in cui sono esposte 12 opere realizzate dal compianto fotografo termolese di fama nazionale Antonio De Gregorio.
Opere – realizzate tra gli anni ’90 e i primi del 2000, e da lui selezionate prima della sua dipartita – che rappresentano una reinterpretazione, del tutto originale e sorprendente, della vita e della morte di Gesù. Così la crocifissione del Cristo diventa, attraverso l’occhio inedito e talvolta bizzarro dell’artista scomparso circa 3 anni fa, un guanto rosso in lattice trafitto da un chiodo, su una croce di legno. Attraverso uno studio materico legato agli oggetti quotidiani che catturavano la sua attenzione, infatti, Antonio De Gregorio ha raccontato alcuni passi biblici, cogliendone così l’essenzialità e il senso più profondo. E dunque uova che si schiudono ricordano la capanna di Betlemme. E poi grucce, pane e vino (L’ultima cena), ancora chiodi e fil di ferro e, sempre, uno studio accurato e quasi ‘ossessivo’ della luce, così come del suo contrario.
A salutare la giornata inaugurale dell’esposizione, visitabile fino al 29 febbraio, alcuni cari amici del maestro, tra cui don Marcello Paradiso e il fotografo Basso Sciarretta. A spiegare il senso della mostra e del perché la si è voluta realizzare, i curatori ovvero Antonio De Gregorio (giovane regista e direttore artistico di Alta Marea Festival), Gilda Falcone e Oscar Vetta (coordinatori di Molise Wow), Ivano Ludovico (direttore Museo Diocesano). E con loro Simona De Gregorio, figlia del maestro e senza la quale non si sarebbe potuti ‘entrare’ nell’archivio del fotografo che proprio in piazza Duomo aveva il suo studio. “Di mio padre non voglio dir nulla, lascio che siano le sue opere a parlare per lui”, ha detto commossa ai presenti.
Un ritorno in un luogo caro. “In questo posto, ex vescovado, lui era di casa. Anzi era uno dei pochissimi che ne avevano le chiavi”, ha raccontato, tra alti aneddoti, il parroco-amico che ha sottolineato altresì la religiosità e sacralità della vita artistica e delle opere del fotografo. Un saluto anche da parte del sindaco Vincenzo Ferrazzano: il Comune di Termoli e l’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo hanno patrocinato questo evento, iniziato e non a caso in un giorno particolare, quello dell’Immacolata Concezione. In tanti, poi, hanno preso parte all’evento inaugurale, curato nei minimi dettagli e allietato dall’esibizione della cantante jazz molisana Erika Petti e dalle Tenute Martarosa che hanno offerto il loro vino.
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